La portalettere by Francesca Giannone

La portalettere by Francesca Giannone

autore:Francesca Giannone [Giannone, Francesca]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: ebook
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2022-12-28T23:00:00+00:00


Carmela avanzava rapida come una furia, facendo oscillare ritmicamente la borsetta, mentre il vento di tramontana soffiava, implacabile, e le ciocche dei capelli legati alla bell’e meglio le ricadevano sul viso. Non si era neppure guardata allo specchio, quella mattina, ma non le importava.

Raggiunse il palazzo del municipio ed entrò quasi di corsa.

«Donna Carmela, dove andate?» le gridò dietro il portinaio.

«Devo parlare col sindaco», rispose lei, tagliente, continuando ad avanzare con lo sguardo fisso davanti a sé.

«Non so se è occupato... Fatemi controllare, prima», la supplicò il portinaio, correndole dietro.

Ma per Carmela era come se quell’uomo non esistesse. Arrivò davanti alla porta su cui era avvitata la targhetta in ottone con la scritta SINDACO, afferrò la maniglia e spalancò la porta.

Carlo era seduto alla scrivania, chino su una montagna di scartoffie, col sigaro tra le dita. Alzò la testa di colpo.

«Signor sindaco, chiedo scusa», ansimò il portinaio, arrivato in quel momento, «ma la signora non mi ha lasciato il tempo di avvisarvi. Dice che deve parlarvi...»

«Già. E con una certa urgenza», aggiunse Carmela, stringendo la borsetta al petto.

«Va bene, Giuseppe. Lasciate pure entrare la signora Carlà, non preoccupatevi», disse Carlo con un cenno della mano.

Il portinaio si scusò ancora una volta e fece per andarsene, non prima però di aver lanciato un’occhiataccia a Carmela che, ovviamente, non se ne curò.

«Allora?» domandò Carlo, alzandosi. «Cosa succede?»

«Succede che queste unghie te le ficco dove non batte il sole», rispose lei, aprendo la mano e mettendo in mostra le unghie laccate di rosso.

«Addirittura...» borbottò Carlo, mettendosi seduto sul bordo della scrivania. E aspirò dal sigaro.

Lei gli si avvicinò. La sua faccia adesso era a un palmo da quella di lui. «Non scherzare con me», lo minacciò.

«Si può sapere cosa ho fatto?»

«Daniele in America non ci va, mi hai sentito?»

«Hai parlato con don Ciccio...» sospirò Carlo.

«Ci ho parlato, sì», sbottò lei. «Quindi scordatevi tutti e due che mando mio figlio dall’altra parte del mondo.»

«Possiamo discuterne con calma?»

«Qui non ci sta niente da discutere. Mio figlio sta dove sono io», disse Carmela, battendosi sul petto. «E ci resta.»

Carlo emise un sospiro e andò a sedersi di nuovo dietro la scrivania. «Ma solo per qualche mese... mica parte per la guerra! Guarda che è un’occasione pure per lui, eh...»

«Statte zitto», lo fermò lei, portandosi il dito alla bocca. «A me non m’incanti più con le parole. Sono finiti quei tempi!»

«Non cercavo d’incantarti», si difese Carlo. «Voglio solo farti capire che non è la tragedia che pensi. Si tratta di un viaggio, Carmela. Un viaggio necessario per rimettere le cose a posto.»

«Necessario per chi? Per la famiglia tua, non per la mia. Non è colpa di Daniele se quella lì gli fa gli occhi dolci», disse sprezzante.

Carlo si sforzò di trattenersi. «Senti, sarà Daniele a decidere. C’ha ventidue anni, non ha bisogno del permesso tuo. Scommettiamo che ne sarà contento? Lo conosco.»

«Tu conosci a mio figlio? Tu?»

«Più di quanto pensi», le rispose Carlo serio, fissandola dritto negli occhi.

«Ah, mi fa piacere saperlo», ironizzò Carmela, con la voce incrinatasi di colpo.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.